Un giorno il Re ricevette una grande gioia: i due animali più belli del suo canile reale diedero alla luce 10 meravigliosi cuccioli.
Ma il Re doveva partire per un viaggio di lavoro, programmato da tempo, che lo avrebbe tenuto lontano dal castello per un lungo mese.
Immediatamente ebbe l'idea di affidare i suoi cuccioli alla persona che amava di più e della quale si fidava come di nessun altro al mondo: sua figlia.
"Ho predisposto tutto" spiegò alla principessa - "Devi solamente venire a dare loro da mangiare e da bere una volta al giorno e assicurarti che stiano bene!" - disse il Re alla figlia.
Ancora bambina, la principessa, vide una damigella venire morsa da un cane.
In tutti quegli anni la paura per quelle bestie le era rimasta dentro, anche se nessuno dei cani del padre, buoni d'indole e docili, le aveva mai neppure abbaiato contro.
Felice che il papà le stesse dando quella responsabilità, e convinta di riuscire a superare le sue paure, decisa, disse di sì!
Alla fine della settimana il Re partì, e la principessa dovette iniziare ad adempiere al compito che aveva promesso al padre avrebbe svolto nel migliore dei modi.
Tutto era stato preparato: il cibo, l'acqua... sarebbe bastato solamente entrare nel canile e portare ai cani il nutrimento.
Tutto era stato preparato, tranne lei.
Offuscata e ancora intimorita da quel ricordo d'infanzia, la principessa decise che per un giorno quei cani avrebbero potuto fare a meno del nutrimento e rimandò al giorno dopo.
Quando però, dopo 24 ore, tornò davanti al cancello del canile, la stessa sensazione di paura la attanagliò, e la principessa rimandò ancora, girandosi indietro e pensando che non sarebbe stato poi così grave.
Un mese dopo il padre tornò, salutò la figlia e corse a vedere i suoi quaranta cani.
Entrò felice nel canile e, di colpo... si bloccò, con gli occhi carichi di lacrime e sgomento.
Silenzioso e furente passò davanti alla figlia e ordinò alla servitù di rinchiuderla nell'altra ala del castello: non avrebbe più voluto sentirla né vederla, per sempre.
Tra quelle mura, divenute ormai prigione, la principessa era disperata.
Occultata nella sua camera, passava le sue giornate a chiedere di vedere il padre, senza ottenere risposta alcuna per giorni interi.
E passarono i mesi.
Nonostante le insistenze della principessa, il Re non le dava ascolto.
Ogni giorno diventava più cattivo agli occhi della figlia che non capiva come potesse farle una cosa del genere, dicendo di amarla.
Non c'erano più lacrime da piangere, nessuna nuova parola da spendere, finché, un giorno, il Re aprì le porte del suo lato del castello.
Tuonando come un treno che deraglia, la figlia arrivò urlando dal padre, accusandolo di essere stato cattivo con lei, di averla umiliata e di averle impedito di raccontare cosa stesse provando.
E da buon Re, qual era, il sovrano, invece che indispettirsi, la invitò a cenare a tavola con lui.
Nei piatti si alternavano le più prelibate leccornie, ma il volto del Re rimaneva triste.
E anche la figlia non era felice, non stava capendo perché il padre la avesse finalmente fatta uscire dalla sua prigione dorata.
Restarono in silenzio per diversi minuti, poi il padre ruppe l'indugio.
"Era necessario che io mio calmassi, prima di parlarti, per non dire cose di cui poi mi sarei pentito" spiegò il Re.
"Non potevo farlo prima, ero troppo arrabbiato!" continuò.
Detto questo mostrò alla figlia una fotografia che ritraeva una scenario terribile.
I dieci cuccioli e i trenta cani del Re erano morti di fame e stenti, magri, patiti, irriconoscibili.
Come in un film dell'orrore, alcuni presentavano i morsi di altri cani che avevano provato a nutrirsi con i loro simili.
Orripilata da quella visione, la principessa girò subito la foto per non averla più davanti ai suoi occhi.
"Non è stata colpa mia! Io avevo paura! Ho provato, ma mi sono bloccata ogni volta! Non puoi essere arrabbiato con me solo perché ho avuto paura!" disse al padre.
"Tu non hai capito niente." rispose il Re - "Io non sono arrabbiato perché hai avuto paura, lo sono perché non me lo hai detto, e così facendo hai ucciso la cosa più importante che avevo insieme a te! Sarebbe bastato parlarne per tempo e avremmo trovato una soluzione insieme, ti avrei fatta aiutare, o l'avrei chiesto a qualcun altro!".
Ora la principessa aveva tutto chiaro in testa: si era presa quell'impegno per non deludere il padre... ma nemmeno se stessa, convinta di poter superare le sue paure e così facendo, invece, aveva ucciso tutti i cani, rovinato tutto, e adesso avrebbe dovuto impegnarsi molto per riconquistare la fiducia del padre e farlo smettere di essere arrabbiato con lei.