Forse, in tre.
Come si dice, è uno sporco lavoro, ma qualcuno lo deve pur fare.
A proposito di questo, se ne parlava di recente con l'amico DONALD SOFFRITTI, e spero che quella nostra discussione avrà presto un seguito e passerà a una fase attuativa.
Un avviso agli altri, agli IGNAVI e PIGRI colleghi che non si occupano di queste cose: chi lotta per avere dei diritti riconosciuti, lo fa anche per voi!
Sì, per voi che non ve li meritate per niente questi diritti, ma li avrete, se quei pochi che se ne interessano vinceranno la loro battaglia.
Siete ancora in tempo per mettervi le scarpe e uscire dal guscio, pensare al vostro futuro, e a quello di chi farà il vostro stesso lavoro dopo di voi.
Uno dei vostri figli, magari.
Detto questo, veniamo al punto.
Io fui uno dei primi a sollevare la questione in rete (con un seguito e un dibattito che oscillava tra il nulla assoluto e l'inesistente cosmico) in QUESTO POST QUA.
Fa piacere vedere che quello stesso messaggio è condiviso da altri e che ora viene portato all'attenzione dell'Italia intera grazie a SERVIZIO PUBBLICO e a Nicola Lusuardi.
Non voglio aggiungere altro, solo vi linko il video in questione, sperando che vi stiate già allacciando le scarpe per scendere al nostro fianco per difendere il vostro futuro.
Noi vi aspettiamo di sotto.
Allora, se ti si è acceso un barlume e ti interessa approfondire, l'evoluzione di quel primo post di cui sopra si trova prima QUI, e poi QUA.
QUO quel giorno era assente.
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