Un salto dal terzo piano.
Oltre la ringhiera, verso il mai più niente.
Parco della Musica, Auditorium, Roma.
Era poco più di un anno fa.
Ricevevo dalle tue mani il premio più importante della mia carriera.
Senza conoscerti davvero, senza averti praticamente mai detto nulla se non: "grazie, è un onore".
Eppure così radicato, nel ricordo e nel cuore, per quello che rappresenti, per quello che, nella mia vita, sei
Mi hai detto, senza dire nulla, ma solo consegnando a me e Marco quel premio, quella sera: "bravo! Scrivere è una strada impervia, ma tu lo stai facendo nel modo giusto".
Per quanto serva, per quanto possa contare, ripeto ancora ed ancora: "grazie, è un onore".
Ricorderò tutto, lo ricorderò sempre.
E ai tanti saluti che riceverai oggi, di chi ti conosceva davvero, di chi ti era vicino ed amico, aggiungo il mio, Carlo, un umile e inutile pensiero di chi per un secondo ha condiviso con te un momento, apparentemente insignificante istante rispetto a un'intera vita, che rimarrà sempre conservato tra i più belli dei ricordi.
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