IN DVD: Un Giorno Come Tanti (cortometraggio drammatico - regia Alessio Pasqua), Di Messer Cavè, l'Artista, e del Console Benefattore Suo (cortometraggio drammatico - regia Giovanni Ziberna)
IN ONDA:
The Avatars (Disney Channel), eBand (Disney Channel), Spike Team 2 (RaiGulp), Camera Cafè (Italia 1 e Italia 2), Medici Miei (Italia 2), Life Bites (Disney Channel e Italia 1), Piloti (Rai Premium), Gamers (all'interno di Game Time - Odeon TV e all'interno di Gamerland - Mediaset Italia 2), Le Straordinarie Avventure di Jules Verne (RaiGulp), Winx Club 6 (Rai 2), Egyxos (Super!)
IN RETE: Gamers (canale GamersProject - YouTube, sul sito Daily Motion e sul portale Virgilio.it), Insert Coin (canale OGM Animation Studios - YouTube), Extinction Seed vol.1 (preview online)
IN SALA: Coming Soon
IN EDICOLA: Coming Soon
IN LIBRERIA:
Joe Carrot Sei nei guai conigliastro!, Joe Carrot Il mistero dei bruchi giganti, Joe Carrot La freccia di fuoco, Extinction Seed vol.1 (di 4 - ITA), Angry Birds Comics #2 Operazione Omelette
IN FUMETTERIA: Extinction Seed #0 (miniserie - USA), Extinction Seed #1 (miniserie - USA), Extinction Seed #2 (miniserie - USA), Extinction Seed #3 (miniserie - USA), Extinction Seed #4 (miniserie - USA), Studio 69 (graphic novel), Extinction Seed vol.1 (di 4 - ITA), Angry Birds Comics #2 Operazione Omelette
IN ESPOSIZIONE: Wharol non visto (documentario - MoMA di New York)
IN CARNE E OSSA: Coming Soon
RICONOSCIMENTI & PREMI: Pitch Me! 2012 (con Domenico Di Berardino per il progetto FANG YOU - Cartoons on the Bay), Premio Carlo Bixio 2012 (con Marco Renzi per il progetto VLAD E LO SCUDO ELFICO - MY FIRST LIFE - Roma Fiction Fest), Premio Pisani 2012 (Su La Testa)

sabato 4 gennaio 2014

DI SCIACALLI & LUPE.

Era l’inverno più rigido degli ultimi vent’anni.
Nonostante la primavera fosse ormai alle porte, la neve non accennava a sciogliersi e il suo manto bianco ricopriva ancora tutta la steppa.
Ma il freddo era il minore dei problemi.
Il cibo scarseggiava e anche gli animali più adattabili avevano iniziato a spingersi sempre di più dentro al bosco pur di trovare qualcosa per sopravvivere.
Le orme dei due sciacalli segnavano sulla neve il percorso esatto che avevano fatto per giungere fin là.
Quello più anziano aveva il pelo ormai rado, mentre il più giovane era senza un occhio.
Quando videro due grosse buche nella roccia davanti a loro, si fermarono.
Due bellissime lupe uscirono, da lì a poco, da quei pertugi e corsero via in direzioni opposte.
-         Abbiamo trovato del cibo – disse il lupo più anziano.
-         Lupi? È una follia! Sono più forti di noi. Ci ho già rimesso un occhio con uno di quelle belve. Con      la fortuna che ho, sarò io a sfamare loro.  
-         Guarda meglio.
Lo sciacallo più giovane strinse l’unico occhio sano e li vide.
Dentro le due buche c’erano altrettanti cuccioli di lupo, uno per tana.
-         Ho capito! Vuoi attaccare i piccoli. Loro sono indifesi.
-         E ne potremo scegliere uno per uno.
In quel mentre le madri dei cuccioli tornarono ognuna con una preda tra le fauci. La lupa della tana di sinistra si fermò davanti al pertugio, e incominciò a mangiare il cibo che aveva in bocca, mentre l’altra entrò decisa nella sua buca.
Lo sciacallo più giovane sorrise.
-         Amico mio, tu sei vecchio e debole ormai, e i tuoi giorni sono contati in ogni caso. Quindi, se non      ti dispiace, sceglierei io per primo la mia preda. Io mangerò il cucciolo che abita la tana di sinistra.
Lo sciacallo più anziano non disse niente. Semplicemente, annuì.
Passarono i giorni e lo sciacallo più giovane era sempre più convinto della sua scelta.
Ogni volta che le due lupe tornavano con del cibo, quella che trovava suo rifugio nel pertugio di sinistra si fermava fuori a mangiare quello che aveva cacciato, mentre l’altra entrava diretta per nutrire il piccolo.
Così facendo, il lupacchiotto scelto dallo sciacallo orbo sarebbe stato presto debole e denutrito, non sarebbe stato in grado né di fuggire né, tantomeno, di difendersi, e forse addirittura la madre stessa lo avrebbe rifiutato rendendolo così un’ancor più facile preda per lui.
L’inverno finalmente scelse di cedere il passo alla primavera.
La neve si sciolse.
E venne il giorno in cui i due sciacalli decisero di sferrare il loro attacco ai cuccioli di lupo.
Aspettarono che le madri uscissero, poi entrarono nelle tane che avevano scelto.
Lo sciacallo anziano si trovò davanti un cucciolo in carne, perfettamente in salute.
Lo sciacallo giovane si trovò davanti un cucciolo molto magro, ma altrettanto in salute.
Nessuno dei due però riuscì ad azzannare la propria preda perché, alle loro spalle, le madri erano tornate per proteggere i loro cuccioli.
I denti digrignati e gli occhi iniettati di sangue, entrambe agguerrite, entrarono nelle rispettive tane.
Passarono infiniti attimi sospesi senza che nessuno uscisse dalle due buche scavate nella roccia.
Poi, dalla tana di destra, si affacciò lo sciacallo anziano spingendo con le zampe anteriori il cadavere della lupa e con in bocca il cucciolo morto.
Si sedette al sole, lì di fronte, e iniziò a consumare il pasto a lungo agognato.
Dalla tana di sinistra invece uscì il lupacchiotto, magrolino e denutrito, ma felice.
Immediatamente dopo arrivò la madre, con in bocca il corpo dello sciacallo orbo in fin di vita.
Senza alzare la bocca dal suo pasto, l’anziano commentò:
-         Tu non hai davvero feeling con i lupi, eh…
Lo sciacallo giovane non aveva più un filo di voce, ma provò comunque a ribattere.
-         Non capisco perché sia finita così. Il mio piano era perfetto.
-         Non lo era invece. La madre della preda che mi hai lasciato portava tutto il cibo al suo piccolo          pensando che fosse quella la cosa importante. Quella che hai scelto tu invece sapeva bene che          sarebbe stata lei a dover salvare il suo piccolino. Per quello si nutriva prima di entrare nella tana.        Per rimanere sana, e in forze. Solo così avrebbe potuto continuare a cibare e proteggere il suo          cucciolo.
-         La lupa che hai affrontato era ormai debole, stremata. La mia forte e sana. Ed eccomi qua. Ho          sbagliato su tutto.
-         No, su una cosa hai avuto ragione. Sarai tu a sfamare loro. Anche se in questo caso non si tratta        di fortuna, ma solo di lungimiranza.
La lupa strinse i denti attorno al collo dello sciacallo più giovane, spezzandolo. Poi si rivolse a quello anziano.
-         Il fatto che tu sia più intelligente del tuo amico che stringo tra i denti, non ti rende gradito a questo      desco. Quella che stai mangiando è mia sorella. La natura ha fatto il suo corso, ma ora allontanati      e toglimi dal soffrire questo strazio.
-         Perché, se questa è tua sorella, non le hai spiegato che sarebbe potuta finire in questo modo              mantenendo quel comportamento?
-         Più volte l’ho fatto, e più volte ci siamo azzannate per questo motivo. Ma anche se alla fine la sua      scelta si è rivelata sbagliata, non ha mai amato suo figlio meno di quanto io ami il mio, e non è            finita tra le tue fauci per sua decisione o per autolesionismo. 
Lo sciacallo anziano non disse altro. Si alzò, prese fra i denti le sue prede, e trascinandole, si allontanò.   
Il cucciolo di lupo iniziò ad addentare il corpo inerme dello sciacallo più giovane, poi si fermò un istante ad osservare le macchie di sangue lì vicino.
-         Dove ha sbagliato la zia, mamma?
-         Sì è spaventata perché sentiva tuo cugino lamentarsi, per il freddo, per la fame, e si è tolta tutto          per darlo a lui. Ha pensato solo all’oggi e non al domani.
-         Anch’io mi lamentavo per il freddo e per la fame. Tu non hai mai avuto paura per me?  
-         Ogni giorno, cucciolo. Ogni maledetto giorno. E mi straziava il cuore sentirti piangere in quel              modo.
-         Sai, spesso non capivo…
-         Lo so. E ne ero terrorizzata. Ero spaventata da quello che avresti potuto pensare di me. Però,            adesso che è tornata la primavera, sono felice.
-         Perché, mamma?
La lupa non rispose, si alzò in piedi e iniziò a correre.
Il cucciolo subito fece lo stesso.
Iniziò a seguirla, in mezzo al prato, in mezzo al verde, dove i fiori iniziavano a spuntare, ridendo, ridendo, ridendo e ridendo ancora, sempre più forte.
-         Perché se tu avessi giudicato il mio gesto durante l’inverno, attanagliato dal freddo e in preda ai          morsi della fame, mi avresti odiata. Ma ora tu puoi correre felice. E ridere. Dovevi arrivare a oggi      per capire. Dovevi passare il dolore, insieme a me. Questo è il significato ultimo del mio gesto e        sono sicura che tu hai capito tutto quello che ho fatto e perché.
-         L’ho capito, mamma… non piangere adesso.     
-         Piango perché lo so. Infine lo vedo. E tutta la mia paura, tutta la mia sofferenza, ora, finalmente…      sono scomparse. 


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