Era un omaggio a un amico.
Vorrà dire che lo pubblicherò domani.
Ma una notizia particolare ha catturato la mia attenzione.
REPUBBLICA è stata la prima a parlarne.
O almeno, la prima su cui io l'abbia letto.
Il titolo dell'articolo recita così:
Cliccare per credere.
"...impedire la visualizzazione di determinati
contenuti a chi si collega da un paese specifico.".
Sembrerebbe infatti che la fastidiosa modifica sia stata introdotta in sordina, senza chiedere un parere alle migliaia di blogger (tra cui il sottoscritto) che si affidano all'omonima piattaforma.
Insomma, se mi clicchi da Pyongyang, non potrai avere accesso a tutte le pagine di cui potrà disporre chi mi clicca da Abbiategrasso.
La difesa di Google (gestore e fornitore della piattaforma), è all'incirca questa: se filtriamo noi alla base le news, evitiamo oscuramenti e menate varie.
Ora, diciamoci la verità, non credo di avere molti lettori a Pyongyang.
E anche ad Abbiategrasso mi sa che hanno di meglio da fare.
Però, è una questione di principio.
Darla vinta, così, in partenza, a quei paesi che da sempre fanno della limitazione della libera informazione la loro arma di dittatura più forte, mi fa venire l'orticaria al belino.
Per correttezza, bisogna però anche dire che, sembra ci sia una possibilità di scelta, non per i blogger, ma per i lettori degli stessi che volessero evitare questo tipo di censura preventiva.
Riporto dall'articolo di Repubblica:
"...la funzione geolocalizzata può essere disattivata dall'utente aggiungendo
all'indirizzo la stringa "/ncr" (che sta per "no country redirect").".
E poi, il rovescio della medaglia.
No, non il gruppo prog anni '70.
Questo: alcuni governi potrebbero, proprio grazie a questo provvedimento, dare il nulla osta per la visualizzazione di alcuni blog purchè parte dei contenuti siano bloccati (forse li chiameremo bloc a quel punto).
Sempre dall'articolo in questione, apprendo che la modifica è attiva da circa un mesetto ma che per ora, le nuove regole, sembrerebbero essere in funzione solo in Australia e India.
Prossimamente, saranno applicate al mondo intero.
Quindi, se questo tipo di scenario divenisse preponderante e fattivo a tutti gli effetti, che fare?
Beh, io un'ideuzza ce l'avrei...
7 commenti:
Sì, ne avevo sentito parlare, ed è terribile.
Solo che in Cina già c'è la censura a internet. Secondo me non è quello il problema. Secondo me (vedi le nuove leggi SOPA ecc.) l'America si prepara a dare un giro di vite alla libertà su internet. E' lì che non si vuole che i cittadini possano accedere a tutte le informazioni in maniera equilibrata. A che cosa si preparano?
Sì Giorgio, hai ragione. Ma Blogger non è LA piattaforma, è UNA piattaforma... casualmente quella di Google. Che strizza l'occhio a un certo tipo di censura pur di esserci con il proprio prodotto... (perchè Blogger alla fine è un prodotto su cui può piazzare pubblicità ecc..., o sbaglio?).
Almeno una buona notizia!
http://www.repubblica.it/politica/2012/02/01/news/salta_il_bavaglio_al_web-29169056/
Sì, questa è una buona notizia!!!
Chiedo venia, l'anonima di cui sopra sono io ;)
Ah ecco. Ciao Mariantonia! Ben arrivata...
Eh, sono proprio A R R I V A T A! Che non è una minaccia, ma un chiaro segnale che le sinapsi non mi funzionano più tanto bene.
Un saluto a te e a Giorgio
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